Mulino di Case D'Arno

 

Una delle tracce delle attività agricole che si svolgevano a Badia Prataglia sono i mulini; infatti in passato ne esistevano tre:


Uno in Località il Pozzone, lungo il corso del Fosso del Macchione, appartenuto alla Signora Boscherini Italia, del quale oggi ne rimangono solo i ruderi.


Altro mulino si trova in Località Casa Celino, lungo il corso del Torrente Archiano d’Isola, appartenuto al signor Mondanelli Settimio detto il "Sette". In questo oggi vi è un’abitazione ma negli scantinati della stessa vi sono le strutture originarie ed alcuni strumenti utilizzati per la macinazione di cereali e castagne.


L’ultimo e meglio conservato è il mulino che si trova in Località Case d’Arno, lungo il corso del Torrente Archiano che appartiene alla Famiglia Mondanelli. Infatti, il signor Mondanelli Francesco che lo acquistò nei primi del ‘900, ma sicuramente è stato costruito molto prima, curò alla sua ristrutturazione e in adiacenza allo stesso costruì la propria abitazione con annesso forno per la cottura del pane. Il forno è ancora esistente, forse il primo costruito in paese, poteva contenere oltre duecento forme di pane che poi in groppa ai muli veniva portato e poi venduto nella bottega dei Mondanelli.

Il mulino è una piccola costruzione, disposta su tre livelli. In quello più in basso, a livello del Torrente Archiano, vi sono alloggiate le ruote in legno dotate di pale che venivano movimentate dal flusso dell’acqua, convogliata sulla stessa da una condotta proveniente da una vasca esterna di accumulo, adiacente al mulino, detta "botaccio".

L’acqua proveniente dal "botaccio" metteva in movimento le ruote che tramite gli alberi trasmettevano il moto, al piano superiore, alle macine. Il flusso dell’acqua veniva regolato attraverso due bocchette, una per ogni macina, bloccate con dei sistemi di chiusura a "ghigliottina", azionati direttamente dall’interno del mulino.

Il mulino è dotato di due macine, una per i cereali e una per le castagne, ognuna di queste è costituita da grossi e pesanti dischi in pietra sovrapposti e posti in posizione parallela al pavimento. Le macina inferiori sono fisse, mentre quelle superiori sono fatte girare dall’albero collegato alle ruote a pale.

Quest’ultime inoltre sono dotate di un grosso foro, nel quale con la tramoggia, una specie d’imbuto in legno a forma di tronco di piramide rovesciata, venivano inseriti i cereali o le castagne. Il macinato ottenuto veniva setacciato per separare la crusca dalla farina.


Infine all’ultimo piano del mulino vi è una stanza utilizzata come magazzini per le farine e i cereali da macinare. Queste strutture attualmente sono da ristrutturare e non è possibile visitarli.